Intervista a Duchesne

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–          Quanto di esperienza diretta c’è nel libro? (o nel caso come hai fatto a riportare una simile situazione senza viverla?)

Il romanzo, in realtà, non è autobiografico, episodi, personaggi, storia sono tutti, chi più chi meno, di fantasia. Quello che è autobiografico è l’ambiente descritto, le atmosfere che cercavo di raccontare. L’esperienza diretta sono gli anni in cui ho lavorato in una struttura molto simile a quella descritta nel libro, che ha fatto sì che sapessi fin dove potevo spingermi nel descrivere quella sorta di alienazione dei protagonisti, tra orari di lavoro al limite della resistenza fisica e una vita privata che spesso va scomparendo. La cosa divertente, alla fine, è che chi è esterno al mondo dei cosiddetti avvocati d’affari può avere l’impressione che talvolta si sconfini nel grottesco, chi fa parte di questo mondo professionale, al contrario, dice che ci sono andato anche leggero.

–          Come è stato accolto nell’ “ambiente”?

C’è chi lo ha lodato e chi lo ha criticato. L’impressione, però, è che generalmente sia stato accolto bene. In fondo, tanti dei dubbi espressi dal protagonista sono quelli che hanno in tanti. Poi non tutti magari prendono a pugni le persone per questo, ma lì siamo dalle parti del romanzesco.

–          Come è nata l’idea di un blog? Esigenza di evadere ed esorcizzare il disagio?

Il blog è nato una settimana dopo che ho deciso di lasciare lo studio in cui lavoravo. Nessuno sembrava capire i motivi per cui avessi lasciato un lavoro di tutto rispetto, ben pagato, per cui avevo studiato e, ora che dico questo, forse non li capivo bene neanch’io questi motivi. Così ho pensato: ok, ora racconto che cosa c’è dietro tutto questo, dietro quella facciata così lucente, di successo. Da lì a creare una sorta di eteronimo, il passo è stato breve. Così, piano piano, sono nati i primi post che introducevano il protagonista e tutta un’umanità un po’ particolare, con le loro piccole storie, e quel mondo virtuale ha preso forma.

–          Il taglio spiccatamente ironico e comico è una componente permanente della tua vita? Può essere vista come un’arma intelligente per affrontare le situazioni più scomode?

Sì, quello ha sempre fatto parte di me. Ecco, forse io sono un po’ più greve nella vita, nel blog e nel libro ho cercato di tirare fuori una componente un pochino più controllata e “inglese”, del mio umorismo. Per non rischiare di essere eccessivo e far scadere tutto in una sorta di esasperata derisione. Mi è sembrato che raccontare quel mondo con una chiave ironica fosse il solo modo per far sì che a qualcuno interessassero le mie storie, e soprattutto per far sì che rimanesse sempre un piacere per me raccontarle.

–          Questo è anche un libro di speranza, che paventa la possibilità di un’alternativa ad una vita che soffoca e non sembra lasciare alternativa. E’ questo uno dei messaggi che volevi trasmettere?

Sì. L’idea iniziale non era questa, è arrivata durante stesura del romanzo. All’inizio, ed è un capitolo che avevo anche scritto, l’idea era quella di evitare di mettere un lieto fine. Non dico dovesse finire in tragedia, ma, ecco, non c’era molta speranza. Poi ho pensato che, in fondo, a me era andate bene e non sarebbe stato giusto “condannare” il mio protagonista. Che poi, a dirla tutta, e senza svelare di più del finale, quello che rimane è un messaggio di speranza un po’ sui generis.

–          Che ne sarà di Andrea Campi?

Ah, io spero che stia bene.

–          Consigliaci due libri per l’estate.

Dunque, è uscita per Feltrinelli, la nuova edizione di Bassotuba non c’è, di Paolo Nori. Poi, Il Mago di John Fowles.

–          Esercitazione di fonetica: hai idea di come si pronunci Duchesne?

Eh, ormai l’ho sentito pronunciare in tutti i modi. A me piace e continua a piacere come è scritto.

–          Puoi a posteriori confermare che abbandonare lo studio sia stata “l’idiozia più sensata che tu abbia mai fatto?”

Confermo. Col senno di poi, era un’idiozia che avrei dovuto fare anche prima.

–          Avresti fatto la stessa scelta anche senza la “tabellina Excel” che ti ha sottoposto la tua compagna di stanza?

La tabellina excel dei miei risparmi che avrebbe dovuto darmi una precisa indicazione del tempo che avrei potuto trascorrere senza un lavoro fu un elemento importante. Fosse stata anche corretta, sarebbe stato meglio. Ma, per onestà, devo confessare che c’è tuttora una discussione in ballo con la mia ex compagna di stanza. Sembra che la tabellina fosse corretta, ero io quello che non s’è dato una regola nella gestione dei risparmi.

–          Che cellulare hai?;-)

Un Nokia. Non so il modello. È senza flash.

–          “Quest’uomo mi pare un estraneo. Non vedo più la sua leggerezza, la sua allegria, la sua curiosa vitalità, la sua piacevole stupidità.”  Com’è ora? Ritrovato tutto ciò che sembrava perso?

Qualcosa all’appello manca. Qualche capello, per dire.

–          Come mai quando eri piccolo avevi questa sicurezza paradossale di non volere fare l’avvocato?

È una cosa che non ho mai capito. Credo fosse l’idea di passare la vita a prendersi cura dei problemi degli altri, non mi sembrava una gran cosa. Poi, come al solito, la sorte con queste situazioni ci si diverte.

–          Ti piacerebbe scivolare nel ruolo di scrittore al 100%?

Non so se proprio al 100%, ma dare un seguito a questa esperienza, quello sì, mi piacerebbe. Non è facile, ma ci si prova.

–          Hai mai letto “Anonima avvocati” che ho letto essere un libro che alcuni siti accostano al tuo?

No, non l’ho mai letto. So che il suo autore ha una storia molto simile alla mia, essendo passato da uno studio a un blog e infine a un libro. Così, quando mi segnalarono il blog andai a guardarlo, temendo che in qualche modo stessi ripetendo qualcosa fatto da altri. In realtà, l’ambiente narrativo – il mondo dei grandi studi legali – era lo stesso, ma il taglio, il punto di vista, le storie erano differenti. Per cui ho continuato, senza preoccuparmi di chi, probabilmente senza aver mai letto quello che scrivevo, ha detto che stessi copiando.

– Hai ricevuto qualche proposta per un adattamento cinematografico? Da chi ti piacerebbe fosse interpretato?

Sì, i diritti cinematografici sono stati opzionati, e mi fa molto piacere. Quanto all’attore, non so, potrei dire Scamarcio. Non per ambizioni fisiche, ma visto che quando si lavora tanto al computer, si suggerisce di fissare, a intervalli, un punto lontano, per riposare gli occhi, Scamarcio in qualche modo pare perfetto. Ha sempre questo sguardo un po’ così, di uno che ha lavorato tre ore al PC e ora sta cercando di riequilibrare la vista.

P.s.

A nome di tutti gli autori del Wax Flower volevo ringraziare Federico Baccomo per la disponibilità dimostrata nei confronti di un semplice blog come il nostro e ringraziare inoltre Kaluah per averlo contattato ed aver ottenuto così questa intervista. Grazie.

Studio Illegale, Duchesne

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Inaspettata piacevolissima scoperta.

Gironzolando tra le novità di una nota libreria milanese mi imbatto in questo libro dalla copertina giovane e dal  titolo che mi strappa un immediato sorriso: Studio Illegale.

Rapita fin dalle prime pagine, scopro un’opera estremamente spiritosa che tratta con un’autoironia mai banale e molto sottile la vita frustrante di un avvocato d’affari trentenne, inevitabilmente perseguitato dal suo BlackBerry.Continua a leggere…

Dragonfly Festival- Sweden 2009

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21-23 Agosto 2009

E’ qui, a Ekehagens Forntidsby, grazie ad una ricreazione preistorica di un villaggio con i tetti di muschio , che si svolge il Dragonfly Festival. Una tre giorni dove le arti tutte vengono celebrate e trovano espressione.

Qui tutti sono benvenuti, dai nonni ai bambini, per onorare  l’arte in ogni sua declinazione: musica, film, pittura e teatro.

In questa atmosfera freak da veri nostalgici anni ’70, falò disseminati per tutto il villaggio rendono l’atmosfera calda e accogliente, proprio per facilitare l’affiatamento e la comodità  dei partecipanti.

Ma siamo nel 2009. Quindi non mancano i DJ’s e la musica elettronica alternativa al Bronze Bar.

http://www.dragonflyfestival.org/D09/

Non mi resta che augurarvi buon viaggio!

NO BED HOTEL. L’evoluzione della filosofia No frills-chic

I no-frills chic hotels sono stati, negli ultimi due anni, l’ancora di salvezza per molti turisti che, nonostante la crisi economica, non hanno voluto rinunciare ai loro viaggetti. Di recente si è cominciato a sperimentare, invece, la pratica del “paga quello che vuoi”, un metodo utilizzato da ristoranti e hotel per conquistare anche i consumatori più attenti al budget. 

Il Rancho Bernando Inn di San Diego ha preso alla lettera questa filosofia, proponendo ai suoi ospiti un’ampia scelta di riduzioni sui prezzi, derivanti ovviamente da una riduzione dei servizi offerti. Gli ospiti possono comporre la propria offerta in base alle esigenze che hanno e alla cifra che vogliono spendere, eliminando volontariamente le amenities alle quali vogliono e possono rinunciare tranquillamente. 

E’ riportato fedelmente la price lists del Survivor Package, il pacchetto sopravvivenza valido dal 15 giugno e promosso dal general manager dell’hotel, John Gates, su Twitter. 

ranchobernardoinn.com

Enjoy your journey!

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Le peggiori scuse…per risate garantite!

– Mi piacerebbe molto uscire con te, ma devo passare più tempo con il mio pesce rosso.

– Sarei venuta volentieri, ma sarei dovuta venire con delle mie amiche, e sai che è difficile mettere d’accordo le donne sui posti dove andare…

– Ho distrutto la macchina perché mi sono scontrato con una vacca. In senso di mucca.

– Non posso accettare il tuo invito: devo andare al processo del mio ex. Sai, lo hanno arrestato per aggressione a uno che mi aveva chiesto di uscire.

– Stamattina sono in ritardo perché ieri sera ho scambiato per sbaglio la mia medicina con quella del mio gatto, e mi ha fatto un effetto soporifero.

– Non posso venire al lavoro: 10 anni fa è morta mia nonna, e adesso dobbiamo spedire il suo corpo in India, erano le sue volontà

– Non posso uscire con te: il ferro per stirare i capelli si è rotto a metà dell’acconciatura, e adesso ho una pettinatura orribile.

– Non posso uscire con te stasera: a uno che abita nella mia via è crollato un albero sulla macchina, devo stare a casa a controllare che l’albero che c’è nel mio giardino non crolli.

– Sono in ritardo perché il mio gatto ha tolto le pile dalla sveglia.

– Scusami, se ieri non sono venuta all’appuntamento: non mi ricordavo più che giorno era…

– Mi spiace: ieri dopo pranzo mi sono proprio dimenticato di tornare al lavoro.

Incredibile ma vero!!!In Germania..

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Una coppia di coniugi tedeschi si è presentata in una clinica per la fertilità dato che, dopo otto anni di matrimonio, non avevano ancora avuto figli, e non riuscivano a capire perché. Gli esami però non hanno evidenziato alcun problema fisico in nessuno dei due coniugi. Grande è stato lo stupore del medico quando alla domanda “Quanto spesso fate sesso?”, la coppia (36 anni lui, 30 lei) lo ha guardato interrogativa e gli ha chiesto: “cosa intende esattamente?”.

È emerso che la coppia è cresciuta in un ambiente ultra-religioso, e nessuno aveva mai spiegato loro come nascono i bambini. I medici sottolineano: “Non stiamo parlando di persone mentalmente ritardate, ma di persone che  dopo anni di matrimonio non erano consapevoli dei requisiti fisici per procreare”.

La coppia  è stata messa in cura presso un terapista sessuale. Inoltre la clinica ha avviato una ricerca per scoprire se vi siano altre coppie nelle stesse condizioni.

Lo fanno in Svezia, intelligente direi…

Tutti i semafori sono rossi. A tutti gli incroci c’é un sensore che sente quando arrivano le macchine e diventa verde solo quando sei quasi allo stop. In questo modo devi rallentare perché é rosso, ma appena sei vicino al semaforo sui 50 km/h diventa verde. É un gran sistema per prevenire gli incidenti notturni senza ingolfare il traffico.

 

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