Non mi interessano le ricchezze di Gige coperto d’oro,
né davvero mi coglie l’invidia, e non ammiro attonito
imprese degne di dèi, né certo aspiro a una grande tirannide:
sono cose infinitamente lontane dai miei desideri.
***
[…] e io le rispondevo:
“Donna, non avere alcun timore
della maldicenza della gente:
più tardi me ne prenderò cura io: sta’ tranquilla.
Ti sembro meschino a tal punto?
Sono apparso ai tuoi occhi come un miserabile,
ma non lo sono io, né quelli da cui discendo.
So amare chi mi è amico,
ma anche odiare il nemico e…
come una formica. C’è del vero in questo discorso.
Questa città… (che) tu sorvegli,
la devastarono molti uomini, ma tu
ora l’hai presa con la lancia e ne hai ricevuto grande gloria.
Regna su di lei e tienine il comando:
sarai certo invidiata da molti uomini”.