Sventola una bandiera laggiù o forse…

Sventola una bandiera laggiù o forse

un paio di mutande bianche vecchie

che asciugano al vento di maggio.

Dunque c’è qualcuno, c’è un villaggio

ci avviciniamo, ma cosa chiederemo?

Se ci offrono tè, se ci accolgono,

se sono nemici o amici,

non sono domande che si fanno.

Forse c’è una lingua comune a chi viaggia

e a chi sta fermo ma ha la testa

nel tempo e nella voglia

di spiare tra buchi di rovine

per vedere se c’è un cinema di là

una piazza, un biliardino, una giostra.

(Mariagiorgia Ulbar)

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Adesso ho fatto tutto ciò ch’era in mio potere…

Adesso ho fatto tutto ciò ch’era in mio potere, la mia coscienza è in pace. Vedi, il Signore ti fa lavorare, ti permette di fare progetti, ti dà energia e vita. Poi, quando credi di essere necessario e indispensabile, ti toglie tutto improvvisamente. Ti fa capire che sei soltanto utile, ti dice: ora basta, puoi andare. E tu non vuoi, vorresti presentarti al di là, col tuo compito ben finito e preciso. La nostra piccola mente umana non si rassegna a lasciare ad altri l’oggetto della propria passione incompiuto.

(Alcide De Gasperi)

Jeff Buckley

jeff buckleyaltra copiaAl principio del 1995 Jeff Buckley faceva la spola tra Europa e Stati Uniti per promuovere il suo primo album ed era la seconda volta che veniva in Italia. Dopo l’incontro con la stampa, organizzato dalla Sony in coincidenza con un concerto al Vidia di Cesena, si era rifugiato nel guardaroba per fare una telefonata. Riuscii lo stesso a farmi firmare il cd di Grace. Jeff mi disegnò un cuore su uno dei suoi ritratti, quasi a voler sottolineare con un gesto gentile la motivazione più profonda del suo “fare musica”. Si capiva che, pur essendo disponibile al dialogo, non amava i rituali dello show business. I discografici ci avevano anche raccomandato di non fargli domande sul padre, cui rimproverava con asprezza di averlo abbandonato prima della nascita. Il fatto è, d’altra parte, che anche Tim Buckley era un musicista e che Jeff gli somigliava in un modo incredibile. Non c’era bisogno di essere critici musicali per accorgersene, bastava confrontare due fotografie o ascoltare la loro musica e le loro voci.
Tutti e due sono scomparsi giovani: Tim nel 1975; Jeff nel 1997. Un destino crudele li accomuna nella morte, ma non riesce a cancellare la forza espressiva della loro arte. Il rimpianto e il dolore non si spengono, ma la musica, se viene dal cuore e non è un esercizio tecnico – come Jeff mi aveva fatto capire anche con il disegno sul libretto di Grace – può senz’altro alleviarli e renderci migliori.

(Giancarlo Susanna)

https://www.spettakolo.it/2018/04/25/morto-giornalista-giancarlo-susanna/?fbclid=IwAR0u_rCYRzkcwCVjCoVKmSunmoAw0r2tUfaz8iP9RaWoydBjzPxnc9JG41g