In tale circostanza un’altra casa potrebbe crescere all’interno della prima casa e prenderne il sopravvento. Ogni abitudine, accatastandosi, ristagna e si imprime, marcisce, nella rassegnazione al fatto che abbiamo bisogno di mura. Così una persona dedita allo studio e scarsamente votata alla socialità abiterà una casa occupata da libri, oggetti, stampe e si avrà l’impressione che sia la casa ad abitare l’essere umano e non viceversa, quasi che questa fosse la vera volontà di chi la abita: immergersi fino a scomparire negli oggetti della propria quotidianità.
Mese: Maggio 2023
Un cappotto fuori posto
Un giovane studente
di lettere moderne
si riconosce dai passi d’eterno
adolescente,
dalle mani ingombre di libri
– parole rilegate –
e dagli occhi sgranati
di chi ricerca
la poesia tra la prosa
dei moti quotidiani.
Continua a leggere…Dove sei?
Non mi ricordo più di quello che si svolge proprio qui, ora,
e la speranza è invisibile…
Ma come si piegava allora il ramo
sotto i tuoi frutti
e come nel cavo dell’ascella i tuoi peluzzi
avrei voluto baciare prima della bocca!
Dove sei? Cosa fai? Ti vedrò ancora?
.
Se la città sta oltre il fiume, a noi è lecito andare solo al ponte,
e se ci è lecito oltrepassarlo, allora è quello solo sopra la pozzanghera
alla volta del villaggio…
.
(Vladimír Holan)
Un paradiso portatile
E se parlo del Paradiso,
allora parlo di mia nonna
che mi diceva di portarlo sempre
indosso, nascosto, così
nessuno l’avrebbe saputo tranne me.
Così non te lo possono rubare, mi diceva.
E se la vita ti mette sotto pressione,
segui i suoi crinali nella tasca,
annusa il suo odore di pino sul fazzoletto,
canticchiane l’inno sottovoce.
E se le sue tensioni sono continue e quotidiane,
infilati in una stanza vuota – hotel, ostello
o tugurio che sia – trova una lampada
e svuota su un tavolo il tuo paradiso:
le sabbie bianche, le verdi colline, il pesce fresco.
Puntagli sopra la lampada come la fresca speranza
del mattino, e continua a guardarlo finché non ti addormenti.
(Roger Robinson)