Bad Boy

Mi piacciono le coccinelle.

perché sono bambinesche, tonde

un fumetto vivente

Anche per i colori vivaci  [rosse o gialle]

e i pois così netti, neri, disegnati a china

E ti salgono volentieri sul dito

sulla mano.  E sono resistenti.

Non si schiacciano subito. Sembrano di plastica.

Dio le ha fatte resistenti

per i bambini. Anche quelli   /cattivi

/sadici

/cresciuti.

[Come me.]

 

(Fabrizio Bianchi)

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Bisogna saper distinguere…

Bisogna saper distinguere la sapienza dell’uomo da quella della natura: la sapienza dell’uomo è il risultato di uno sforzo intellettuale, che lo conduce verso il sublime; la sapienza della natura è l’armonia del creato che forma l’ammirazione universale.

(Giovanni Gaggino)

Lo vedi come l’isola si torce…

Lo vedi come l’isola si torce
nei suoi venti stasera, con che furia
tende a disancorarsi dalle boe
profonde del terziario, come anela
al volo sparso delle sue cortecce
e foglie e sabbie nei vortici caldi?

Venga a sentire questa sarabanda
chi la sua patria cerca, chi una legge
invoca del suo esistere, chi crede
alle dighe, ai bastioni, alle colate
ferrigne di cemento, – e cieco ignora
che siamo antichi pellegrini in marcia
verso un santuario, verso una sorgente,
verso una valle dolce per fondarvi
la cittadella del tuo sogno,
quella
che compirà a sua volta la parabola
dal nulla allo splendore, e poi t’insinua
quella furia sottile, inestinguibile
di ritornare pellegrino.

(Maria Luisa Spaziani)

Un’adolescente

Io – un’adolescente?
Se ora, d’improvviso, si presentasse qui,
dovrei salutarla come una persona cara,
benché mi sia estranea e lontana?

Versare una lacrimuccia, baciarla sulla fronte
per la sola ragione
che la nostra data di nascita è la stessa?

Siamo così dissimili
che forse solo le ossa sono le stesse,
la calotta cranica, le orbite oculari.

Perché già gli occhi è come fossero più grandi,
le ciglia più lunghe, la statura più alta
e tutto il corpo è fasciato
dalla pelle liscia, senza un’imperfezione.

In verità ci legano parenti e conoscenti,
ma nel suo mondo di questa cerchia comune
sono quasi tutti vivi,
mentre nel mio quasi nessuno.

Siamo così diverse,
i nostri pensieri e parole così differenti.
Lei sa poco –
ma con un’ostinazione degna di miglior causa.
Io so molto di più –
ma non in modo certo.

Mi mostra delle poesie,
scritte con una grafia nitida, accurata,
con cui io non scrivo più da anni.

Leggo quelle poesie, le leggo.
Be’, forse quest’unica,
se fosse accorciata
e corretta qua e là.
Dal resto non verrà nulla di buono.

La conversazione langue.
Sul suo modesto orologio
il tempo è ancora incerto e costa poco.
Sul mio è molto più caro ed esatto.

Per commiato nulla, un sorriso abbozzato
e nessuna commozione.

Solo quando sparisce
e nella fretta dimentica la sciarpa –

Una sciarpa di pura lana,
a righe colorate,
che nostra madre
ha fatto per lei all’uncinetto.

La conservo ancora.

 

(Wisława Szymborska)

Arriva il temporale dalle case e il gatto…

Arriva il temporale dalle case e il gatto

cerca un posto nascosto dove aspettare

la morte. Ma il temporale sbotta e passa

e la morte non viene. – Andiamo micio –

gli dico e usciamo verso l’unico prato rimasto

stanno preparando lì la prima sagra.

– Visto non sei morto –. E lui guarda

il prato e guarda me. – È giugno, può

capitare i tuoni. – E ce ne andiamo, lui avanti

si gira e mi aspetta. Non avrebbe battuto

ciglio se gli fosse toccato di morire

ma esser ancora vivo così non gli pare

male. E, storto e un po’ confuso, forse

divertito, si trova di nuovo dentro

la magnifica estate.

 

(Valentino Ronchi)

vvvvvvvv