Che durassero solo fino alla prossima marea
dispiaceva a me, non a lui bravissimo a comporre
volute di zucchero demolite quando la sposa,
la mano calda dello sposo sulla sua, tagliava la torta.
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La mano che dava la glace, ruvida di sabbia, guida
la mia penna quando cerco di comporne i ricordi
e i suoi occhi e i miei scrutano le maree
cui né padre né figlio saprebbero opporsi.
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I suoi occhi asciutti, io bambino coi lacrimoni,
vedendo crollare il castello che c’era voluto un giorno
a costruire e decorare, una sola ondata abbattere
il nostro edificio ornato di conchiglie.
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Il ricordo come briciole di glace nella gola,
il ricordo come il salino di Blackpool portato dal vento,
colma il piccolo fossato della poesia, e, calando,
prima sala, poi, crescendo, inonda il verso.
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(Tony Harrison)