Figlia

La mia giovane figlia, se la vita

la spaura nell’anima – che un posto

cercandosi, in nessuno si fa quieta –,

si stringe chiusa, dura,

come nelle sue ciglia

la margherita sotto il temporale.

 

Ieri sera era triste: e col suo male

s’aggruppava nel sonno. Ma il mattino,

dritta come una pianta,

spensierata, m’è presso il capezzale,

che con l’aroma del caffè mi canta

“sveglia”, col carillon del cucchiaino.

(Fernanda Romagnoli)

Definizione di poesia per un bambino che non sa cosa sia, ma vorrebbe scriverne una

Per prima cosa non devi dire
“Vorrei scrivere una poesia”: di’
Che hai voglia di dare al giorno
Un altro po’ di luce: di’
Che temi che il soffio del vento
Possa nuocere a un’ape e ferire una rosa.

Poesia è quando ti si riempiono gli occhi
Di lacrime davanti a un giovane ruscello
E il respiro all’improvviso si placa
Dinanzi al tramonto su una collina:
Vedi, la poesia è in te
Prima che tu la veda nel blu.

Poesia è quando tutto il mare
Sembra la tua casa, e ti ci vorresti
Sdraiare, libero per sempre,
Lontano dalla riva e lontano da me:
Una poesia, poi, deve risuonarti dentro
Prima che tu la senta d’intorno.

Poesia è quando un’esile foglia
Ti fa sentire fragile e breve,
E ti sorprende l’ingiuria
Del vento, e non trovi parole
Per la tua pena, ché la stessa parola
Ti ricorda il vento che hai udito.

Poesia è quando, d’un tratto,
Il cuore ti batte più forte, il sangue ti scorre
Più rosso nelle vene, e cento soli
Sembrano sorgere insieme nel cielo:
Non comprendi il senso di questo –
Senti solo la gioia del mondo.

Poesia è un’ala ferita
Che tu puoi guarire, una facile cosa
Che tu non sai fare, una morte
Che hai dentro, ma canti;
Una vita che puoi usare a piacere
Benché tu la creda perduta.

Poesia, infine, sei tu in te stesso,
E sei tu al di fuori di te,
Riflesso del grigio e del blu,
E anche anticipazione.
E ora senti: fin dove arrivano le parole,
Imita l’ape e imita la rosa.

(Joseph Tusiani)

(Traduzione di Antonio Pellegrino)

Da:

Poesia_01_08

Ho letto tutta la letteratura che tratta della malinconia…

Ho letto tutta la letteratura che tratta della malinconia. Ho scaricato da internet le ballate più lacrimogene e ho telefonato agli autori. Ho esaminato la storia degli omicidi commessi in Finlandia. Ho visitato il museo dei crimini, ho toccato con mano la bilancia della giustizia. Sono rimasto in piedi sei ore sotto un acquazzone a esaminare le facce dei passanti. Sono andato a una riunione degli alcolisti anonimi travestito da palma d’appartamento. Ho fatto tutto questo per capire quale cavolo di problema assilla questo popolo, e perché ai primi posti della hit-parade ci sono sempre delle canzoni che cominciano con “quando sei andata via”. L’indagine continua.

(Kari Hotakainen)

Precatio

Magne Deus, si te moriens tacito ore vocavit

cum circum fierent omnia muta pater,

et si te extrema quaesivit mater in umbra

parva prole oculos iam fugiente vagos,

hos animos placida tandem solare quiete:

huc patrem et matrem nunc sine ferre pedem.

Nil opus immitis violari iura sepulcri:

umbrae concedant huc vel uterque leves.

Aegra vel adloquiis tacitis haec corda leventur:

audiat et matris verba patrisque soror.

 

[Preghiera. O grande Iddio, se mio padre in punto di morte ti ha invocato in silenzio, quando ogni cosa intorno a lui diventava muta, e se mia madre ti ha cercato nei suoi ultimi momenti di vita, quando ormai il suo sguardo vagante faticava a distinguere i suoi figlioletti, consola queste nostre anime con un po’ di pace e di tranquillità: fa che mio padre e mia madre ritornino. Non chiediamo che siano violate le crudeli leggi della morte: chiediamo che ritornino le loro ombre leggere. Questi nostri cuori sofferenti possono essere consolati anche da parole silenziose: possa mia sorella riascoltare la voce della madre e del padre.]

(Giovanni Pascoli)